domenica 21 settembre 2014

CINQUE ANNI!

21 settembre 2014


“Dio è sempre una sorpresa, e dunque non sai mai dove e come lo trovi, non sei tu a fissare i tempi e i luoghi dell’incontro con Lui”. Papa Francesco

Cinque anni!
Un giorno alla volta e “solo per oggi” raggiungo il significativo traguardo dei cinque anni da quella mia fondamentale risoluzione di abbandonare la pratica omosessuale per dirigermi verso un orizzonte, allora, ancora nuovo e dai confini incerti.

In modo graduale e con una progressione non necessariamente lineare, non sono mancati infatti i momenti di stasi e di turbamento anche grave, affiora in me dalle nebbie di una vita egoista e tendenzialmente autodistruttiva una nuova consapevolezza.

L’accettazione dei miei limiti, della mia incompiutezza è un esperienza che si è realizzata quando meno me lo aspettavo, ovvero proprio quando stavo per gettare la spugna, quando tornavano a piegarsi le mie ginocchia difronte a quell’attrattiva romantica e sessuale che mi aveva già tante volte, ingannevolmente, promesso un’illusoria felicità fatta solo di emozioni.

Quest’ammissione d’impotenza è cresciuta di pari passo con il mio rapporto personale e quotidiano con Dio. Non poteva essere altrimenti. In Lui vedo quella forza che evidentemente a me manca, solo in Lui trovo quella grazia necessaria per provare gioia nei suoi comandamenti (Ps 112), ma soprattutto in Lui scopro una tenerezza ed una pazienza nei miei confronti inaspettata.

La tenerezza di Dio per me continua quotidianamente a stupirmi, mi si manifesta nella delicatezza di tanti amici, è presente in ogni cosa vista in una prospettiva sovrannaturale, e così non posso dare mai per scontato nessun fatto umano, ma questo riflette una luce più intensa.

Vedo in chi mi circonda lo sguardo di Dio per me, la Sua impronta che eleva la dignità di ogni essere umano in cui, come per riflesso, apprezzo quella mia personale e mi sento finalmente amabile ed amato.

Questa visione, oltre le apparenze terrene, si realizza più pienamente solo quando mi predispongo con la preghiera costante ed una certa austerità di vita a ricevere la grazia necessaria per domare il clamore delle passioni, mi occorre difatti il silenzio per ascoltare la parola di Dio. In particolar modo l’adorazione eucaristica mi giova nel duro compito della purificazione della memoria, che soffre ancora per la passata esposizione alla pornografia.

Ma come reagisco difronte all’evidenza dell’amore di Dio per me? Mi lascio plasmare da Dio? Sono docile alla Sua volontà, qualsiasi essa sia ed in qualsiasi modo si manifesti? Domando al Signore un cuore puro, libero di scegliere secondo il Vangelo? Ho quasi vergogna a dirlo, ma nonostante tutte le grazie accordatemi il mio modo di agire soffre ancora troppo spesso della mia presunzione di autosufficienza. La tendenza alla ribellione è sempre viva in me e basta poco per risvegliarla. Mi devo sempre ricordare come in ogni circostanza mi occorrano onestà, apertura mentale e buona volontà se non voglio tornare a sprofondare nei miei abissi personali invece di vivere la vita serena e realizzata che mi viene concessa oggi.

Faccio memoria della mia esperienza di solitudine ed abbandono, questo mi spinge ad agire perché nessuno debba più trovarsi a dover affrontare da solo le difficoltà e le sofferenze che la condizione omosessuale può implicare. Non sono mai stato veramente solo, ed oggi ne ho piena coscienza. Dio mi è affianco per mezzo dei miei fratelli feriti. C’è sempre una speranza perché non solo è possibile vivere in castità ma solo così si può finalmente vivere una vita pienamente realizzata e felice, già in questo mondo.

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